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#noncipiaceesseremolestate




#noncipiacesseremolestate è la prima rubrica della Casa delle Donne dove si parlerà di violenza di genere in ogni sua forma.

Si tratteranno numerose forme e manifestazioni di violenza che nel corso degli anni si è stati costretti ad affrontare e di cui si parla poco. Da quella psicologica a quella verbale, da quella fisica allo stalking sino alle molestie sul posto di lavoro.

Questa tematica, in aggiunta, con l’avvento di internet, ha aumentato la sua velocità diventando sempre un’esperienza molto comune nel mondo. In particolare se si è parte di una minoranza etnica o religiosa, se si è disabili o se si è lesbiche, bisessuali o trans si crea un ambiente ostile con lo scopo di diffamare, intimidire o degradare le donne. 

Non tutte queste forme di abuso sono reati, ma tutti gli abusi hanno un impatto sui diritti delle donne e devono essere denunciati. Nasce per questo motivo l’iniziativa #noncipiacesseremolestrate che con cadenza settimanale pubblicherà articoli di approfondimento, video, interviste e campagne pubblicitarie su un particolare tipo di violenza.

Iniziamo oggi con  il CATCALLING, la tendenza in voga in questi giorni sul web tra persone dello spettacolo,gli psicologi e le testate giornalistiche.

Il catcalling è la molestia verbale rivolta maggiormente a donne che si incontrano per strada e non solo.

Questo termine, che significa letteralmente chiamare il gatto, veniva usato anche per indicare il fischio di disapprovazione degli artisti in teatro, usato inoltre per indicare il “pappagallismo” che viene fatto per strada. 

Noi donne non abbiamo bisogno della strombazzata che fate dall’auto, di essere fischiate e apostrofate con aggettivi e frasi rivolte al nostro aspetto o con chiari riferimenti sessuali. Il fischio lo fa chi accudisce e porta le pecore al pascolo e lo usa per ricondurle all’ovile. Il fischio lo fa il padrone al suo gatto o al suo cane.

Noi non siamo di proprietà di nessuno e vogliamo essere libere di camminare per strada e di stare in luoghi pubblici senza subire la frase o il fischio dell’uomo di turno che ha bisogno di affermare la propria mascolinità in questa maniera. Sono atteggiamenti che minano la sicurezza delle donne e sono a limite della violenza psicologica.

Non sottovalutate questo modo di pensare, lo hanno fatto le nostre nonne e le nostre madri e oggi ci troviamo di fronte a casi sempre più in crescita di stalking, di mobbing e di femminicidi.

Combattiamo quest’anticultura con la cultura, cominciamo dalle nostre case, con i nostri figli, con chi ci sta accanto, negli ambienti di lavoro.

Le frasi di rito: “ se non ti piace sei libera di non ascoltare…che ne so se non le piace ricevere un complimento...” non giustificano un modo di fare che lede la libertà di una persona.

Che gli uomini lo abbiano sempre fatto, non significa che a noi donne abbia fatto e faccia piacere. Siamo stanche di subire molestie, perché è di questo che si parla a tutti gli effetti.

#NONONCIPIACEESSEREMOLESTATE

 

 


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